Chiesa e Croce Rossa straparlano, c'è solo USB dalla parte dei profughi / Video

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Sono arrivati davanti alla prefettura di Padova i 56 richiedenti asilo che ieri hanno lasciato l’ex base militare Silvestri di Conetta, dopo le centinaia che una settimana fa avevano dato alla marcia per la dignità. Uno di loro ha avuto un malore ed è stato soccorso.

Fa freddo in Veneto, ma non basta a scoraggiare chi vuole fuggire costi quel che costi dalla struttura di Conetta, un posto vergognoso dove a migliaia i profughi vengono ammassati come se fossero polvere da nascondere sotto il tappeto.

Il freddo non impedisce però di straparlare a gente come don Marco Cagol, che oggi pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa al calduccio, a nome della diocesi di Padova. Cagol ha detto che “non accettiamo il ricatto morale alla Chiesa, teniamo le porte chiuse per il bene di questi ragazzi che devono rientrare nella legalità. Chi li spinge a queste scelte non fa il loro bene”, accusando esplicitamente “i Cobas” (sic!) di strumentalizzare la vicenda.

Gli ha fatto eco il sindaco di Padova, Sergio Giordani: “Se abbandonano Cona rischiano di perdere il diritto all'accoglienza. Per cui il consiglio che posso dare a questi ragazzi è di tornare alla base. Qui a Padova non abbiamo posti per accoglierli tutti. Collaboriamo con le istituzioni per trovare soluzioni per tutti".

L’unica collaborazione che vediamo è quella delle compagne e dei compagni dell’Unione Sindacale di Base, che da una settimana fanno i salti mortali per assistere chi fugge dal lager di Conetta, dove nel disinteresse del ministro di polizia Minniti i richiedenti asilo attendono ben oltre i tre mesi previsti dalla legge che le loro domande vengano esaminate.

Anche oggi ci si è dati da fare con cibo e coperte, e c’è ancora bisogno di aiuto. Per questo rivolgiamo un appello a tutti, in particolare a chi vive nella zona di Jesolo, dove si è creata un’altra situazione di emergenza. Ieri 14 profughi hanno lasciato la struttura di accoglienza gestita dalla Croce Rossa in via Levantina e hanno trascorso la notte fuori dai cancelli, dopo essere stati “scortati” da poliziotti e carabinieri bardati con caschi, scudi e manganelli. Pericolosi terroristi, ovviamente, non gente alla disperazione per essere finita nelle mani di uno Stato che si gloria impunemente di un sistema di accoglienza vergognoso. Dove un certo Francesco Bosa, presidente regionale della Croce Rossa, osa parlare del sindacato Usb accusandolo di “fomentare i profughi”.

Serve l’aiuto di tutti per i profughi di Padova e di Jesolo! Perché riconquistino dignità e diritti.

Unione Sindacale di Base

 

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